sabato 25 giugno 2011

GLI AFFARI DELLE COSCHE ESTORSIONI E APPALTI PUBBLICI

Mafia, 27 arresti tra Messina e provincia
Sequestrati beni per 150 milioni di euro
Operazione di Dia e carabinieri nei confronti delle cosche di Barcellona Pozzo di Gotto e di Mazzarrà Sant’Andrea


MESSINA - Ventisette arresti e tre persone ancora ricercate tra Messina e provincia: gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, porto e detenzione abusiva di armi, intestazione fittizia di beni e altri reati, tutti aggravati dalla modalità mafiosa. Alcuni degli arrestati fanno parte del clan delle famiglie mafiose di Barcellona Pozzo di Gotto e di Mazzarrà Sant’Andrea. Durante l’operazione sono stati sequestrati beni per complessivi 150 milioni di euro.

Il blitz è il risultato delle indagini denominate «Gotha» e «Pozzo II» condotte dai Carabinieri del Ros e dal comando provinciale della Dia di Messina. L'indagine «Gotha» ha avuto origine dalla recente collaborazione con la giustizia di Carmelo Bisognano e Santo Gullo, indicati come organicamente inseriti nella famiglia mafiosa barcellonese, e di Teresa Truscello e Alfio Giuseppe Castro, quest'ultimo attualmente imputato nel processo «Vivaio». Gli investigatori hanno ricostruito l'assetto organizzativo della famiglia mafiosa di Barcellona e definito alcuni aspetti specifici delle attività criminali del sodalizio, quali le estorsioni ed il controllo di numerosi appalti pubblici. Nel corso degli anni, infatti, l'organizzazione sarebbe riuscita ad aggiudicarsi importanti appalti pubblici, attraverso un complesso sistema di imprese «controllate» da affiliati o da soggetti contigui al gruppo mafioso. Tale strategia era stata già oggetto nel 2003 dell'indagine «Omega» che aveva permesso l'adozione di un provvedimento cautelare nei confronti di alcuni indagati nell'ambito dell'inchiesta «Gotha».

L'attività investigativa dei militari dell'Arma ha permesso di scoprire, nelle zone collinari di Mazzarrà Sant'Andrea, un vero e proprio "cimitero di mafia", dove sono stati rinvenuti i resti di quattro vittime, due delle quali identificate in Antonino Ballarino (scomparso nel 1993 nell'ambito della guerra di mafia degli anni '90 all'interno del sodalizio barcellonese) e Natale Perdichizzi (ucciso nel 1997 a causa di contrasti interni allo stesso gruppo criminale).

L'indagine «Pozzo II», prosecuzione di quella che nel gennaio 2009 aveva portato all'arresto di 13 affiliati al sodalizio barcellonese all'epoca diretto da Carmelo D'Amico, ha documentato il riassetto dei vertici dell'organizzazione, gli interessi nel settore del gioco d'azzardo e delle attività estorsive, nonché' l'infiltrazione negli appalti pubblici, mediante l'imposizione di servizi e forniture di conglomerati cementizi con particolare riferimento alle opere per la riqualificazione del lungomare di Ponente di Milazzo e i lavori di metanizzazione in alcune aree del Messinese.

fonte:corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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