venerdì 3 giugno 2011

E.Coli: che fare per non prenderla

La due parole d'ordine: lavare e cuocere

Milano – L’epidemia da Escherichia colo che ha colpito la Germania e il Nord Europa in generale ha al suo attivo un bilancio da 18 morti. Il Centro europeo di prevenzione delle malattie (Ecdc) ha dato notizia ieri di aver identificato il ceppo del batterio E.coli e a quanto pare ci troviamo di fronte ad una variante particolarmente resiste, stando a quanto ammetto gli esperti: “Si tratta di un ceppo raro di un batterio E.coli (Escherichia coli), - 0104:H4, Stx2-positive, eae-negativo, hly-negativo, ESBL, aat, aggR, aap “ , si legge in un comunicato dell’Ecdc di Stoccolma. La causa della contaminazione resta per il momento ignota.

Secondo la rivista Lancet, nella sua versione online, sarebbe tutta colpa di mucche e uomini americani e danesi. E’ quanto si legge nell’estratto di un articolo che documenta la presenza nel latte di mucca e nella popolazione umana negli Stati Uniti e in Danimarca di una nuova variante di Staffilococco aureo (MRSA) resistente alle cure antibiotiche con Meticilina. La nuova variante, sostiene Lancet, presenta un gene (mecALGA251) non individuale dalle attuali procedure di test e individuazione.

La Coldiretti nel frattempo rende noto che il 79% degli italia ha timore di un possible contagio, ma second il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, in un’intervista alla Stampa, gli allarmismi sono ingiustificati: “In Italia non esiste alcun pericolo di contagio diretto”. “Il ministero della Salute ha da subito attivato il sequestro di 1,5 tonnellate di vegetali, in particolare cetrioli, e tutti gli esami fatti sono negativi - ha aggiunto il sottosegretario - Il batterio che si e’ sviluppato in Germania in questo momento non e’ presente nel nostro Paese”.
Secondo la Martini In Italia c’è un controllo sulla sicurezza alimentare altissimo e “siamo in costante contatto con la Commissione europea, riusciamo così a dialogare con tutti i Paesi: nella conference call che abbiamo avuto mercoledì la Commissione ha raccomandato alla Germania ulteriori controlli, perche’ sulla fonte del contagio ci sono dubbi”

Le domande più frequenti

Da dove arriva questa epidemia?
Attualmente la fonte dell’epidemia non è stata formalmente identificata. In un primo momento le autorità di Amburgo, epicentro dei contagi, avevano puntato il ditto contro i cetrioli spagnoli, ma tutti i test eseguiti finora in Germania, Spagna e Italia sembrano escluderlo.

Quali i simtomi della malattia?
Diarrea emorragica lieve ma anche, nei casi più gravi, mal di testa e forti dolori addominali. La complicanza più grave, talora mortale, è la sindrome uremica emolitica (HUS), che può progredire verso un’anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi), trombocitopenia (piastrine basse) e insufficienza renale acuta.
Come ci si contagia? Il serbatoio principale di questi batteri è il tratto intestinale dei ruminanti. Gli essere umani si infettano principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati. I principali alimenti a rischio sono i prodotti a base di carne consumati crudi o poco cotti, il latte crudo o prodotti lattiero-caseari da latte crudo e verdure consumate crude (ad esempio, insalate e verdure).

Quano dura l’incubazione?
Il periodo di incubazione va dai sette ai 15 giorni dopo aver consumato alimenti contaminati o dal contatto con animali infetti.

Quali le precauzioni?
Bisogna rispettare le normali regole di igiene: lavarsi le mani prima di preparare il cibo, prima di sedersi a mangiare e dopo essere andati in bagno; accurata pulizia di frutta e verdura e degli utensili impiegati in cucina. “Sono importanti le norme igieniche - ha detto il sottosegretario Martini - lavare molto bene la frutta e la verdura, possibilmente sotto acqua calda, e se possibile pelarla. Fare bollire il latte: se anche ci fosse il batterio, mantenendo l’ebollizione per due minuti a 70 gradi verrebbe ucciso. Lavare bene le mani e gli strumenti da cucina. Cuocere separatamente carni e verdure. Io vivo di frutta e verdura: li lavo bene e mangio tutto. Stiamo attenti a non distruggere intere economie con falsi allarmismi”.

M.Villa

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